BAGATIN - Domenego Bagatin (forse si tratta di un soprannome) risulta proprietario di fornace nella metà del XVII secolo. BALBI - MOTTA (Palazzo-) Lo stesso turbine che nel 1819 abbatteva la Colonna, distrusse gran parte di Palazzo Balbi - Motta, il primo edificio posto all’entrata del Rio e risalente al XIV secolo, di cui rimase in piedi solo il pianterreno. Balbi era una famiglia patrizia veneziana, mentre i Motta (-vedi) erano muranesi che nel XVII secolo produssero specchi rinomati in tutto il mondo per la loro ampiezza. L’area del palazzo venne occupata nell’ottocento dapprima da alcuni magazzini delle Conterie Pietro Bigaglia e da fornaci per la fabbricazione di pietre e tegole; attualmente sono presenti locali e vetrerie. BALESTRA (Famiglia-) - Antonio, Marco e Pietro Balestra hanno fornace propria a Murano dal 1310 fino alla prima metà del XV secolo. BALLARIN (Antica Ca'-) Alla Colonna ? - Il primo edificio (A) che s’incontra lungo la Fondamenta Vetrai (civico nn. 3 - 6) risale al XVI secolo. In una parete, tra il primo e il secondo piano, è infissa un’arma (B) scolpita in pietra d’istria, quasi illeggibile, che, una volta fotografata e lavorando molto di contrasto, a me parrebbe essere quella della famiglia muranese dei Ballarin: un leone rampante (C). Lo stemma scolpito è arricchito di cimiero e svolazzi. Lo Zanetti, nella sua Guida a pag. 38, afferma che, uscendo dagli Stabilimenti Bigaglia, che erano posti alla Colonna (come si può constatare anche da una Pianta tardo ottocentesca stampata da Vendrasco e Minio) “…si scorge un’arma rappresentante un leone E’ dessa della cittadina famiglia muranese dei Ballarin…”. Alcuni credono di aver riconosciuto questo stemma in quello della casa posta nelle vicinanze del Ponte de Mezo (che proprio a causa di ciò, per qualche tempo, venne denominato Ponte Ballarin), ma io ritengo che non sia possibile che gli Stabilimenti Bigaglia avessero un’estensione che andava dalla Colonna alla metà del Rio. Inoltre, nei registri matrimoniali custoditi a San Pietro Martire, in data 27 luglio 1566, si narra di un’unione celebrata in casa dei Ballarin in “…cao da rio…”, ossia all’inizio del canale: da questi elementi scaturisce la mia attribuzione "in era moderna" del palazzo all'antica famiglia muranese. Teoria che comincia ad essere accettata anche da alcuni amici studiosi. BANDO (dall’Arte vetraria) Il Capitolare dei vetrai, sul finire del XIII secolo, stabiliva che chi andava ed esercitare l’Arte al di fuori dei confini veneziani era bandito dall’Arte. Nel 1315, il bando dall’Arte venne sostituito con il pagamento come ammenda di venti soldi di “grossi”, 32 lire venete. Tale cifra venne modificata più volte, aumentandola o diminuendola in base alle circostanze. Si arrivò nel 1332 alla cifra di 80 lire venete come oblazione penale per rientrare ad esercitare l’arte. BRIATI (Briatti) Giuseppe - Vetraio muranese. Vedi scheda relativa in: BRUSSA (Famiglia) - Decoratori muranesi. Il loro esponente più famoso fu Osvaldo.
Vedi scheda relativa in:
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